“Passano i giorni
raccolti nel gomitolo della vita,
il filo che li trattiene è solo un soffio”
Gigliola Casadei
Sono loro - gli anziani- le nostre radici, la nostra memoria, la nostra storia.
Sono i vecchi con i loro sorrisi, i loro ritmi lenti e i racconti talvolta sfuocati dal tempo ad essere il cuore delle Case d’Accoglienza della Coop.va Paolo Babini, dedicate ai due sacerdoti don Mino e don Amedeo che hanno fatto un pezzo della storia della solidarietà di Forlì.
Gli operatori della “Casa d’Accoglienza don Mino” – centro diurno che ospita 35 anziani e nel quale sono attivi circa altri 30 volontari anziani – da lunedì 9 marzo hanno iniziato a tessere un filo rosso quotidiano con i loro anziani.
Come? La tecnologia accorcia le distanze e così in questo tempo di sospensione i telefonini dei figli sono diventati una porta sul mondo, attraverso la quale entrano i video di stimolazione cognitiva del lunedì, le canzoni con la chitarra del martedì. Non mancano le telefonate di supporto ed è stato attivato il servizio dello “psicologo al telefono” per i familiari, per aiutarli a fronteggiare il maggior carico di cura.
Gli operatori della Casa d’Accoglienza residenziale don Amedeo hanno fatto una scelta estrema, si sono chiusi dentro con i loro anziani per cercare di allontanare il contagio. Una famiglia nel momento del bisogno fa tutto il possibile per i suoi membri più fragili e i ‘familiari d’origine’, i figli, attraverso Skype parlano con i loro genitori e gli operatori. La paura è tanta ma non mancano il buon umore e i sorrisi.
#iorestoacasa… e in casa con gli anziani ne vale la pena, perché nessun albero senza radici può avere futuro!
Nasce da questo pensiero il video realizzato da Matteo Turci, operatore della Case d’Accoglienza.